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Rita Capotondi. Numeri, bici e cuore.

Abbiamo fatto una bella chiacchierata con la nostra tesoriera. Precisa, preparata e impegnata su molti fronti. Lei è Rita Capotondi, libero professionista in ambito contabile e fiscale, iscritta all’ ODCEC di Siena e membro del Consiglio. Molto conosciuta in Toscana anche per essere fra i fondatori de “L’Eroica” manifestazione internazionale cicloturistica su strade bianche. 

Rita che lavoro svolgi e quanto è difficile per una donna emergere?

Sono una libera professionista, faccio la commercialista ed ho lo studio a Colle di Val d’Elsa – Siena –  purtroppo oggi è un lavoro che non dà più soddisfazione Quando ho iniziato, nel 1988, i ritmi erano accettabili (anche se a quel tempo sembravano comunque forsennati… quindi tutto è relativo) oggi purtroppo ci siamo ritrovati ad avere scadenze in media ogni 15 giorni, a volte anche meno. 

In questa attività, essere donna, qualche volta può essere più complicato, come del resto in tanti altri settori e nella Società in genere. In tutti questi anni, mi sono capitati clienti che nonostante mi avessero scelto come professionista, poi a volte mettevano in dubbio la mia capacità, solo perchè donna.

Quello che è cambiato negli anni, fortunatamente, è l’attenzione al mondo femminile. Anche a livello di legislazione, si sta tentando di portare le donne a ruoli sempre più di responsabilità, nella politica come nel lavoro. Purtroppo però questo è frutto appunto di “leggi” e NON del cambio culturale (quello, va molto più a rilento).

Dal 2014, faccio parte del Consiglio dell’Ordine dei Dottori Commericialisti di Siena e, motivo di orgoglio (e forse indice che qualcosa sta cambiando), in un Consiglio formato da 9 professionisti, ben 5 siamo donne. Purtroppo però, non sempre, è facile dialogare con i nostri colleghi (è proprio diverso l’approccio a qualsiasi argomento). Faccio anche parte della Commisisone Pari Opportunità dell’Ordine, ma anche qui, a volte sembra di sprecare il fiato. Interfacciarsi con le istituzioni è complicato e invece, a volte, il mondo femminile ha bisogno di risposte “veloci”.

Insomma, qualcosa sta cambiando, ma lentamente, troppo lentamente.

Oltre al lavoro cosa Ti interessa?

Le cose che mi interessano di più, sono la lettura, sono un’appassionata di libri, tutti, anche quelli di lavoro e i viaggi.

Sono una camperista convinta (è uno stile di vita) anche se da qualche anno, abbiamo iniziato a muoverci più lontano, viaggi per i quali si necessita di altri mezzi di trasporto.

Mi è sempre piaciuto anche il mondo del ciclismo che, quando ero piccola, seguivo con un mio zio che aveva una squdra amatoriale. È lì che ho conosciuto Claudio che a distanza di oltre 20 anni, sarebbe diventato mio marito. Con lui (e il nostro camper), abbiamo girato l’Italia in lungo e in largo per le sue corse. In modo abbastanza fortuito, durante una corsa in Piemonte, abbiamo conosciuto la persona con la quale abbiamo formato il gruppo (inizialmente eravamo 2 coppie) che ha dato vita a L’Eroica: una manifestazione ciclioturistica particolare (è su strade bianche e con bici d’epoca) che è diventata ormai di fama internazionale, tanto da essere oggi un “marchio registrato”, esportato in Europa e nel mondo (Giappone e California)

 

Cosa significa partecipare alla crescita di Selena?

Conosco il mondo dell’Associazionismo, anche se la mia partecipazione è stata fino ad oggi prevalentemente in quelle sportive. Non sempre è facile, ma con la perseveranza, si può raggiungere traguardi molto alti. Selena è stata ed è per me, una sfida. Si occupa di cose che “normalmente”, vengono fatte “per lavoro” per cui metterle in piedi, anche con uno “scopo sociale”, è per me motivo di orgoglio. Il mio contributo, terrà principalmente conto delle mie competenze professionali, la sfida resta quella di imparare anche cose nuove e avere idee nuove.

Che futuro vorresti?

Fin troppo facile dire, un futuro migliore. Perché questo accada, ognuno deve dare il proprio contributo ed io spero di poterlo dare tramite Selena… e non solo.

Il sogno nel cassetto?

La cooperazione internazionale. Ho avuto qualche anno fa, l’onore di partecipare ad un progetto di raccolta fondi (con l’Associazione sportiva e legata ad una ONG), per la costruzione di una scuola, di 1000 pozzi e la consegna di 1001 biciclette in Africa. Quell’esperienza, mi è rimasta nel cuore, il mio sogno è poterla ripetere.

Ancora tramite la nostra Associazione sportiva, siamo in contatto anche con altre Associazioni di fama internazionale (Emergency, Dynamo Camp), per questo un ambito che mi piacerebbe approfondire è il cosidetto “fundraising”, raccolta fondi in italiano, ma si dice in inglese, perché è dal mondo anglosassone che dobbiamo imparare.